Vasco Rossi torna in tour per il 2022, come tanti altri artisti. Aveva annunciato un grandissimo evento a Trento come unica data e poi ne sono spuntate anche altre 5 in quasi tutte le città italiane.
Messina, Bari, Torino, Ancona e Napoli. Ebbene sì ritorneranno i concerti in quello che ora si chiama Stadio Diego Armando Maradona, come non si facevano da almeno 3 anni.
Una duplice emozione quindi, lo stadio dedicato a Diego Armando non ospiterà solo tifosi e calciatori, ma si riempirà di casse e persone unite per ascoltare finalmente la musica dal vivo.
Si parla di ritorno alla grande, ormai nell’estate 2022. Dopo circa 3 anni senza musica dal vivo.
I lavoratori dello spettacolo sono il settore più colpito soprattutto emotivamente dalla pandemia. Senza poter incontrare il pubblico, salire su un palco e girare l’Italia per condividere emozioni. Tanti si sono battuti affinché il loro settore tornasse alla vera normalità senza gravi conseguenze. Anche se quest’anno ci sono stati alcuni live con delle restrizioni, molti hanno annunciato di voler riprendere i loro tour direttamente l’anno prossimo con più tranquillità e senza restrizioni, tra cui Cesare Cremonini, Tiziano Ferro e lo stesso Vasco Rossi.
In seguito poi a ciò che è successo dopo il concerto di beneficienza del rapper Salmo a Cagliari, dove molti hanno contratto il covid, molti si sono schierati contro l’artista e il primo pensiero è quello di non provocare danni alle persone.
Vale aspettare per vivere tutto con più sicurezza e spensieratezza e toccare di nuovo le emozioni con mano, viaggiare sulle note e non aver paura di avere contatti con le persone.
Del resto un tour di Vasco così ampio nessuno se lo aspettava, siccome l’artista decise di ritirarsi qualche anno fa e appunto si è fermato con la pandemia. Invece ha stupito i suoi fan e i biglietti stanno già andando a ruba, nonostante le prevendite siano cominciate il 15 ottobre.
“il rock italiano sono io”: la musica di Vasco Rossi
Provocatore e grande artista, Vasco Rossi da sempre ha rivoluzionato la musica italiana. Il maxi evento del Modena Park del 2017 che doveva essere l’ultimo concerto è diventato un vero documentario che racconta la storia della sua musica.
Si definisce un “provocautore” e ancora oggi non ha smesso mai di far innamorare intere generazioni e di dire la sua a ritmo di musica.
Vasco non segue schemi ed è una personalità ribelle sin da giovane. La passione per la musica ce l’ha da sempre e cerca di stare da subito in movimento, fondando sia un gruppo musicale e da più grande una radio libera.
Fu Gaetano Curreri, leader degli Stadio a dargli una spinta e incise il suo primo 45 giri.
La rivista Rolling Stone considera l’album Bollicine il migliore di sempre e rivoluzionario.
Vasco ha vissuto la vera e propria vita spericolata ed è diventato per questo una vera e propria rockstar simbolo di una generazione alla ricerca di continui stimoli sintetici, sregolatezza, giubbini di pelle e borchie. Erano gli anni 80.
Vasco ha vissuto a pieno la musica e l’ha usata molto per esprimere tanti concetti importantissimi. Un passato da studente, fonda poi una radio libera e inizia a lavorare come dj. Prima di diventare compositore e cantautore dei suoi pezzi e di diventare un’icona a tutti gli effetti.
Vasco Rossi porta la vita spericolata a Sanremo
Il suo primo disco Ma cosa vuoi che sia una canzone (1978), non ha avuto per niente successo. Anche il secondo si può dire non abbia raccolto tante lodi, nonostante contiene un successone: Albachiara, ma lo è diventato solo anni dopo ed una delle canzoni d’amore più romantiche del panorama italiano.
La svolta arriva quando partecipa al Festival di Sanremo. Anche se non appartiene al vero e proprio rock, la sua esibizione rappresenta un’opportunità che fa accrescere la usa nominata di artista dalla vita “spericolata” e la canzone portata in gara, Vado al massimo, ne è proprio un esempio.
Blasco si ripresenta al festival l’anno successivo con Vita spericolata, un titolo tutt’altro che casuale. Anche questa sua esibizione fa discutere: si vede che canta in playback e si allontana dal palco mentre la base continua a suonare senza ovvi motivi. Ma questa canzone diventa un successo e la colonna sonora dei giovani dell’epoca.
Curiosità e aneddoti sulla vita di Blasco
L’intervista a Vasco Rossi si racconta a Radio Deejay
Il nome “Vasco” fu scelto dal padre per ricordare un amico perso in Germania durante la seconda guerra mondiale, quando era prigioniero. Negli anni 80 è stato in carcere per 22 giorni per possesso di cocaina a scopo personale. In un’intervista al corriere della Sera racconta che gli unici ad andarlo a trovare furono De Andrè e Dori Ghezzi e quei giorni servirono per disintossicarsi.
E’ ateo e si è dichiarato a favore dell’eutanasia. Nel 2011 ha ricevuto la laurea in scienze della comunicazione “honoris causa” per essere stato capace di comunicare attraverso la musica ed essere un vero rivoluzionario grazie alle parole ed ha anche il tesserino da giornalista pubblicista. I suoi tre figli hanno tre madri diverse.
Un viaggio attraverso la vita, gli eccessi e la musica quello di Vasco Rossi, sicuramente amato da tante generazione che tornerà ad infiammare gli stadi e chissà se torneranno anche i reggiseni lanciati durante i suoi concerti.
Di Barbara Petrano